ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 4
gennaio - aprile 2002

Beni Culturali - Mostre
beni culturali bordline contemporanea




GRANDE PITTURA GENOVESE DALL'ERMITAGE
Da Cambiaso a Magnasco
Sino al 30 giugno 2002

Genova
Palazzo Ducale
Appartamento del Doge
P.za Matteotti 9

Ingresso:
intero Euro 6,50
ridotto Euro 5,50
scuole Euro 3,00
biglietto famiglia Euro 15,00
www.ticketone.it

Orari:
dalle 9 alle 21
(tutti i giorni escluso il lunedì).
la biglietteria chiude alle ore 20.00

Informazioni:
tel. 010/5574004 - 562390
www.palazzoducale.genova.it

Catalogo:
Edizioni Mazzotta
www.mazzotta.it
in copertina Euro 34
in mostra Euro 25,00

L'ARTE ITALIANA IN RUSSIA, MA SENZA IMPEGNO

Da quando l'Unione Sovietica si è dissolta le opere d'arte contenute nei musei dell'Unione hanno cominciato ad apparire con molta frequenza in esposizioni in Europa ed in America. Una mostra che segna anche un gradito ritorno, è quella sulla Pittura Genovese conservata all'Ermitage; sono circa una ventina di quadri, e quasi altrettanti disegni, che vengono esposti a Genova, in Palazzo Ducale, e che mostrano lo sviluppo della pittura genovese tra la metà del XVI e quella del XVIII secolo essendo nel contempo testimoni dei rapporti intercorsi tra la Repubblica Marinara e il grande stato dell'Europa Orientale.
Per molti secoli il Mediterraneo e il mondo centro-orientale ebbero scarsissimi rapporti anche perché gli zar erano in lotta al sud contro tartari e turchi e ad ovest contro polacchi e svedesi; con l'avvento di Pietro il Grande i contatti si intensificarono anche se i piccoli stati italiani evitarono di impegnarsi troppo con l'impero moscovita. Allorché Pietro fece costruire la sua nuova capitale, San Pietroburgo, nel 1703, acquistò grandi quantità di marmo di Carrara che si imbarcavano a Livorno per le lontane rive del Baltico.
Un grande sviluppo di rapporti si ebbe con Caterina II che tentò, senza riuscirvi, di inserirsi nella politica mediterranea ma fu ostacolata dall'influenza francese e austriaca sulla nostra penisola. Maggior successo ebbe invece nel crearsi una superba collezione di opere d'arte che i suoi agenti rastrellarono in tutta Europa. Nel 1764 acquistò un primo lotto di 225 dipinti che dettero l'avvio all'enorme raccolta dell'Ermitage dove coesistono opere d'arte d'ogni genere e d'ogni provenienza.
Tra gli innumerevoli dipinti d'origine italiana prevalgono opere rinascimentali e bolognesi e romane del '600 ma c'è anche una trentina di quadri di provenienza genovese che costituiscono la maggior raccolta del genere fuori Genova. L'itinerario dei due secoli di pittura parte con Luca Cambiaso in cui elementi tardo manieristi si mescolano a caratteristiche originali per passare a Bernardo Strozzi dalla pittura calda e luminosa, per proseguire con Gioacchino Assereto, con il "Grechetto", con Antonio Maria Vassallo, con Valerio Castello, che svilupparono una pittura seicentesca con grande concitazione di movimenti e robuste campiture di colore; ci si avvia poi ad una pittura più chiara e solare con il Tempesta, il Cassana ed infine con il Magnasco che predilesse le scene di paesaggio popolato da minuscole figure, cupe foreste e, secondo la moda dell'epoca, complessi di rovine immerse nella vegetazione. Oltre che quadri sono esposti disegni di cui la sezione italiana possiede circa 6000 esemplari; quelli dei pittori genovesi non sono numerosi ma rappresentativi e provengono da collezioni private acquistate da Caterina II a partire dal 1768 e integrate da donazioni nell'800 e da confische dopo la Rivoluzione d'Ottobre.
Sono presenti schizzi e disegni del Cambiaso, del Tavaroni, del Grechetto, del Piola e del Magnasco. Infine un'opera non di autore genovese ma di grande valore documentario: un bozzetto di Charles de Wailly, della metà del '700, per l'affresco del soffitto di una sala di Palazzo Spinola distrutto da un bombardamento nel 1941. Accanto alla mostra una serie di iniziative: conferenze, visite animate, attività didattiche, ed anche gastronomiche tese a far meglio conoscere il rapporto Genova-San Pietroburgo nel passato e a farlo ulteriormente sviluppare per presente e futuro.

Roberto Filippi