GRANDE
PITTURA GENOVESE DALL'ERMITAGE
Da
Cambiaso a Magnasco
Sino al 30 giugno
2002
Genova
Palazzo Ducale
Appartamento del Doge
P.za Matteotti 9
Ingresso:
intero Euro 6,50
ridotto Euro 5,50
scuole Euro 3,00
biglietto famiglia Euro 15,00
www.ticketone.it
Orari:
dalle 9 alle 21
(tutti i giorni escluso il lunedì).
la biglietteria chiude alle ore 20.00
Informazioni:
tel. 010/5574004 - 562390
www.palazzoducale.genova.it
Catalogo:
Edizioni Mazzotta
www.mazzotta.it
in copertina Euro 34
in mostra Euro 25,00
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L'ARTE ITALIANA
IN RUSSIA, MA SENZA IMPEGNO
Da quando l'Unione Sovietica si è dissolta le opere
d'arte contenute nei musei dell'Unione hanno cominciato
ad apparire con molta frequenza in esposizioni in Europa
ed in America. Una mostra che segna anche un gradito
ritorno, è quella sulla Pittura Genovese conservata
all'Ermitage; sono circa una ventina di quadri, e quasi
altrettanti disegni, che vengono esposti a Genova, in
Palazzo Ducale, e che mostrano lo sviluppo della pittura
genovese tra la metà del XVI e quella del XVIII secolo
essendo nel contempo testimoni dei rapporti intercorsi
tra la Repubblica Marinara e il grande stato dell'Europa
Orientale.
Per molti secoli il Mediterraneo e il mondo
centro-orientale ebbero scarsissimi rapporti anche
perché gli zar erano in lotta al sud contro tartari e
turchi e ad ovest contro polacchi e svedesi; con
l'avvento di Pietro il Grande i contatti si
intensificarono anche se i piccoli stati italiani
evitarono di impegnarsi troppo con l'impero moscovita.
Allorché Pietro fece costruire la sua nuova capitale,
San Pietroburgo, nel 1703, acquistò grandi quantità di
marmo di Carrara che si imbarcavano a Livorno per le
lontane rive del Baltico.
Un grande sviluppo di rapporti si ebbe con Caterina II
che tentò, senza riuscirvi, di inserirsi nella politica
mediterranea ma fu ostacolata dall'influenza francese e
austriaca sulla nostra penisola. Maggior successo ebbe
invece nel crearsi una superba collezione di opere d'arte
che i suoi agenti rastrellarono in tutta Europa. Nel 1764
acquistò un primo lotto di 225 dipinti che dettero
l'avvio all'enorme raccolta dell'Ermitage dove coesistono
opere d'arte d'ogni genere e d'ogni provenienza.
Tra gli innumerevoli dipinti d'origine italiana
prevalgono opere rinascimentali e bolognesi e romane del
'600 ma c'è anche una trentina di quadri di provenienza
genovese che costituiscono la maggior raccolta del genere
fuori Genova. L'itinerario dei due secoli di pittura
parte con Luca Cambiaso in cui elementi tardo manieristi
si mescolano a caratteristiche originali per passare a
Bernardo Strozzi dalla pittura calda e luminosa, per
proseguire con Gioacchino Assereto, con il
"Grechetto", con Antonio Maria Vassallo, con
Valerio Castello, che svilupparono una pittura
seicentesca con grande concitazione di movimenti e
robuste campiture di colore; ci si avvia poi ad una
pittura più chiara e solare con il Tempesta, il Cassana
ed infine con il Magnasco che predilesse le scene di
paesaggio popolato da minuscole figure, cupe foreste e,
secondo la moda dell'epoca, complessi di rovine immerse
nella vegetazione. Oltre che quadri sono esposti disegni
di cui la sezione italiana possiede circa 6000 esemplari;
quelli dei pittori genovesi non sono numerosi ma
rappresentativi e provengono da collezioni private
acquistate da Caterina II a partire dal 1768 e integrate
da donazioni nell'800 e da confische dopo la Rivoluzione
d'Ottobre.
Sono presenti schizzi e disegni del Cambiaso, del
Tavaroni, del Grechetto, del Piola e del Magnasco. Infine
un'opera non di autore genovese ma di grande valore
documentario: un bozzetto di Charles de Wailly, della
metà del '700, per l'affresco del soffitto di una sala
di Palazzo Spinola distrutto da un bombardamento nel
1941. Accanto alla mostra una serie di iniziative:
conferenze, visite animate, attività didattiche, ed
anche gastronomiche tese a far meglio conoscere il
rapporto Genova-San Pietroburgo nel passato e a farlo
ulteriormente sviluppare per presente e futuro.
Roberto
Filippi
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